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La partita che vale la pena di giocare, da giornalista, è quella di intercettare lo spirito del tempo. Provare a intuirne i segni nelle piccole cose. Connettere i punti di notizie sparse e apparentemente irrelate. Abbozzare una cartografia del presente.
Questo spazio ne documenterà il tentativo. Oltre vent’anni anni fa traducevo per il mensile Reset la rubrica di Nicholas Negroponte, l’autore di Essere digitali e tra i primi a guadagnarsi l’impegnativo (e poi inflazionato) titolo di guru della tecnologia. In quel libro si chiedeva: perché, invece di abbonarmi a tutto il New York Times, non posso abbonarmi solo agli articoli di John Markoff, l’allora corrispondente dalla Silicon Valley?
Io mi auguro che vi abboniate al Venerdì di Repubblica, piccolo paradiso in terra del giornalismo italico, ma per invogliarvi a farlo vi offro intanto la possibilità di non perdervi ciò che produco io. Se vi iscriverete a questa newsletter, infatti, tendenzialmente una volta alla settimana vi aggiornerò su quanto ho letto, visto, scritto. Compresi consigli su libri, serie tv e altre cose per cui vale la pena vivere. Come si farebbe tra amici. Ogni volta che sarà possibile lo farò rimandandovi alla fonte (il Venerdì, appunto, che mi paga lo stipendio). Oppure segnalandovi vecchie cose dal mio blog o backstage di interviste dal mio canale Youtube o quello podcast o da altre parti ancora.
Insomma, per i miei venticinque lettori – penso a Lisa, che me l’ha chiesto più volte, ai familiari estesi e ad altri affezionati feticisti – è un modo per non perdersi quel che faccio. Se poi vi scocciate non avete che da disabbonarvi (basta un clic, lo giuro) e amici come prima. Secondo me non avete niente da perdere.
Il titolo “Lo stato delle cose” è preso a tempo da un bellissimo libro di Richard Ford. Per tante ragioni che mi sembrano buone, ma che non è il caso qui di sviscerare.
Il pulsante “iscriviti” è quello rosso in cima alla pagina. Che dite, facciamo questa follia?