#77 Tutto il Covid, minuto per minuto
Intervista a David Quammen che, dieci anni fa, aveva “previsto” la pandemia. E oggi fa un’ipotesi sul bis
L’UOMO CHE L’AVEVA VISTA ARRIVARE
Dieci anni fa questo giornalista laureato in lettere con una passionaccia per le scienze naturali scrive Spillover, intendendo il salto di specie da animale a uomo che i virus possono compiere. Parla di una prossima pandemia e ripercorre le (tante) zoonosi precedenti cui in troppi non hanno prestato attenzione. Poi arriva la Sars-Cov2 e diventa un profeta. Ora esce, sempre da Adelphi, il suo nuovo libro Senza respiro che racconta la formidabile risposta che la scienza ha messo in campo per rispondere al Covid. Sono andato a intervistarlo a casa sua per la copertina del Venerdì in edicola. Un estratto sull’ipotesi che il virus sia accidentalmente uscito da un laboratorio:
Una mia amica giornalista che si è molto occupata della vicenda propone di applicare il rasoio di Occam, il principio di parsimonia che, tra le tante possibili, predilige le soluzioni più semplici. Quindi: di tutti i posti possibili il virus è partito proprio dalla città che ospitava, a quattordici chilometri dal mercato, uno dei più importanti centri di virologia che lavorava su virus simili. E conclude: strana coincidenza, no?
«Io stesso scrivo di incidenti avvenuti in altri laboratori, con ricercatori che per sbaglio si sono bucati con una siringa e così via. Però Zhengli Shi è una ricercatrice la cui carriera è determinata dal pubblicare, non occultare, gli studi sui virus. Quanto a Occam, un altro modo di usarlo è chiedersi: com'è che, dei primi 41 positivi, 27 avevano un legame diretto con il mercato? Detto questo, nel libro presento varie opinioni diverse e provo a spiegare perché mi convince di più l'ipotesi dell'origine naturale. Anche se potremmo non arrivare mai a una verità conclusiva su questo punto».
Su questo possiamo essere tutti d'accordo. Con le mie limitate risorse scientifiche si tratta di una montagna troppo erta per provare a scalarla da soli. Mentre Quammen è uno che si occupa di queste cose da un quarto di secolo abbondante, circostanza che gli ha conferito un controllo stupefacente della materia, sebbene si sia laureato in lettere a Yale e poi dottorato a Oxford proprio sul formidabile autore di Furore.
E LA PROSSIMA PANDEMIA POTREBBE ESSERE…
La videointervista qui.
IL RAVE DEI CRYPTO DI BOGOTÀ
Dall’ultima Galapagos:
Nei giorni in cui si ragiona se il reato di rave sia l'antipasto più leggero del ricco menu legge&ordine del nuovo governo Meloni fa sorridere la traslazione di senso che va in scena a migliaia di chilometri di distanza. Succede infatti che a Bogotà, capitale della Colombia fissata nel nostro immaginario da qualche serie sui narcos, si tenga l'annuale evento Devcon, organizzato dalla fondazione Ethereum, la seconda più importante criptovaluta (quella su cui "girano" gli Nft cui avevamo dedicato una copertina). A margine dell'evento principale la finlandese aave, una delle startup di maggior successo nel settore DeFi, le applicazioni di finanza decentralizzata, organizza appunto un rave dove invitare clienti (la app serve per prendere e dare in prestito criptovalute) e potenziali simpatizzanti. Ora uno mette in fila le parole chiave "cripto rave colombia" e immagina subito una specie di girone dantesco a parte con emuli di Escobar che ficcano monete col logo di bitcoin nel perizoma di lapdancer locali.
QUEL GRAN GENIO DI KORE’EDA
Dalla newsletter del Venerdì (iscrivetevi!), film da vedere:
C'è una giovane donna che abbandona un figlio in una specie di ruota degli esposti e poco dopo ci ripensa. Nell'istituto filantropico però c'è chi fa il doppio gioco e ha già preso il bambino per rivenderlo a chi non riesce ad avere figli. La donna lo scopre e, per motivi che scoprirete vedendo il bellissimo Le buone stelle. Broker di Hirokazu Kore'eda, si accoda al duo di gatto&volpe per piazzare il neonato al miglior offerente.