#23 Semplificarsi la vita: un decalogo
Contro i vocali e Word; le mie sottolineature; registrare l'audio; una stampa pulita; ridurre i tab; firmare i Pdf; scorciatoie da tastiera e altri trucchi; Essere digitali; Kanopy; Nada
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Prologo
Una vita fa andai in visita al celeberrimo Media Lab del Massachusetts Institute of Technology. Lo dirigeva Nicholas Negroponte, un architetto che aveva lavorato a lungo sull’interfaccia uomo-macchina. All’epoca era un po’ la culla di molte innovazioni nel nostro rapporto quotidiano con la tecnologia. Tra tante cose interessanti mi fecero vedere gongolanti anche una tazza da caffè che sul fondo aveva un chip che comunicava alla macchinetta automatica le preferenze del cliente (lungo, tre cucchiaini di zucchero, etc). E se uno, un giorno, cambiava idea? Ecco, il rapporto costi-benefici secondo me era svantaggioso. La tecnologia serve (dovrebbe servire) a semplificarci la vita. Molte volte ci riesce, altre no. Di seguito provo a elencare dieci esempi del primo tipo, in ordine sparso.
1. MOVIMENTO NO VOX, INTESI COME VOCALI
Tutto parte da una cena recente con una giornalista, un filosofo della scienza e una psicoterapeuta. Nessuno sapeva dell’esistenza della dettatura di Whatsapp. Tanti, troppi, usano gli odiosi vocali (e se ne accorgono, tant’è che generalmente si scusano di averli mandati) mentre quasi nessuno sa che, con la stessa velocità, si potrebbe dettare il testo. Lo spiego meglio nell’ultima Galapagos.
2. BYE BYE WORD
La conversazione, che aveva preso una pericolosa piega tecnologica, era precipitata sul fatto che la mia amica sveglissima, già assegnataria di una borsa Fulbright, continuava a usare Word per scrivere. Ora, per come la vedo io, trattasi di abominio. Dal 2006, quando è stato lanciato Google Docs, oggi parte di Drive, ho salutato senza rimpianti il programma di Microsoft. I vantaggi sono innumerevoli, a partire dalla compatibilità dei file al fatto che da allora non ho mai più perso una parola perché il sistema salva automaticamente su centinaia di server diversi, tacendo del fatto che se mi si rompesse il computer sarebbe un piccolo danno perché tutto il lavoro degli ultimi 15 anni (in verità anche nei dieci anni prima mi mandavo i pezzi per email: terribilmente più farraginoso) è salvato sul cloud.
3. SBOBINARE STANCA? OGGI NON PIÙ
La stessa amica mi ha poi preso in contropiede insegnandomi l’esistenza di Pinpoint, un servizio di Google pensato per giornalisti (ma non solo) che consente (semplificando) di cercare per parole chiave dentro testi, audio, immagini. L’uso più promettente mi sembra quello delle trascrizioni automatiche, gratuite, anche in italiano. Qualche tempo fa mi ero occupato del tema in un’altra Galapagos.
4. IL MIO ARCHIVIO DI LIBRI LETTI
Ho già parlato del mio sistema di sottolineatura dei libri su Kindle e come mi mandi quei testi per posta elettronica in un archivio consultabile ovunque mi trovi. È una delle cose che mi ha aiutato di più sul lavoro in questi anni.
5. REGISTRARE DAL BROWSER
C’è poi tutto il capitolo delle estensioni (add-on) di Chrome che gli consentono di compiere funzioni specifiche. Una di quelle che uso di più è Simple Audio Recorder. Cli cliccate e registra come un normale registratore e poi salva il file in formato wav, che poi potete archiviare su Drive. Per registrare dal telefono invece la scelta è Voice Record Pro.
6. STAMPARE SENZA IL CIARPAME
Un’altra estensione indispensabile è Print Friendly & PDF che pulisce la pagina da pubblicità e altre cose che non vi interessano per stampare solo il testo (o porzioni di esso) bello ordinato.
7. FARE PULIZIA DEI TAB
Avete anche voi l’abitudine di aprire tante schede (tab) nel browser? Se si eccede rallentano la navigazione. Però esiste OneTab ce, con un colpo solo, ve le chiude tutte e vi da anche la possibilità di archiviarle. così, se quel giorno avete lavorato su un certo argomento, basterà nominare la sessione con quella parola chiave per tornarci quando vi servirà di nuovo.
8. FIRMARE I PDF
Un’altra estensione che uso parecchio è SignRequest. Serve a riempire i formulari in pdf e soprattutto firmarli. Funziona benissimo.
9. SCORCIATOIE DA TASTIERA
Alle prese con la tesina di terza media di Alice ho cercato, con esisti alterni, di farle capire l’importanza delle scorciatoie da tastiera. Da oltre vent’anni, da quando vidi Paolo Ainio, fondatore di Virgilio e di tante altre cose, comandare il computer essenzialmente senza mouse mi ingarellai per emularlo. A fronte dell’investimento di cinque minuti per impararle il ritorno in termini di risparmio di tempo è colossale.
10. CERCARE DENTRO GMAIL
Quest’anno festeggio 20 anni di Gmail. Significa tanta posta. Esiste una serie di trucchi per restringere le ricerche in questo mare magno di corrispondenza. Tipo restringere alle parole nell’oggetto (subject: e poi la parola chiave), o da chi arriva (from:) o l’intervallo temporale (after: before:). Sembra complicato ma non lo è.
DA LEGGERE: ESSERE DIGITALI
Nel 1995 usciva il seminale Essere digitali di Nicholas Negroponte, da lì in poi semplicemente «il guru». Alcuni passaggi (qui il libro in inglese):
L'informatica non si occupa più di computer ma della vita
I bit, il dna dell'informazione, stanno rapidamente rimpiazzando gli atomi
come materia prima di base dell'interazione umanaIl libro contiene anche una profezia, poi battezzata "scambio Negroponte", secondo cui tutti i dati che transitavano via terra avrebbero preso la via dell'etere (la telefonia, per esempio) e viceversa (come la tv, via cavo).
Che succederebbe se un giornale fosse disposto a dedicare un’intera redazione per un’edizione personalizzata? Mischiando titoli importanti con storie riguardanti i vostri conoscenti, gente che incontrerete domani o posti che state per visitare. Io dico che a queste condizioni voi sareste disposti a pagare molto di più per dieci pagine di questo Boston Globe che per le cento odierne se foste fiduciosi che vi sta recapitando il giusto sottoinsieme di informazioni. E consumereste ogni suoi bit. Chiamatelo il Daily Me.
La receptionist mi chiese se avevo un laptop con me e quale fosse il suo valore. «All’incirca, tra uno e due milioni di dollari» risposi. «Non può essere, signore» ribatté lei, «cosa intende dire? Mi faccia vedere». Le mostrai il mio vecchio PowerBook che lei valutò intorno ai 2000 dollari. Il punto è che mentre gli atomi non valevano quanto la mia stima, i bit erano quasi senza prezzo.
DA VEDERE: KANOPY
Avete una tessera di una biblioteca pubblica americana? O qualche conoscente che ve la può recuperare (è meno difficile di quanto possa sembrare)? Se la risposta è, o può diventare, sì avete diritto a dieci film al mese da Kanopy, una specie di Netflix d’essai che ha davvero tanta roba buona.
DA SENTIRE: SENZA UN PERCHÉ
Senza un perché di Nada. Senza un perché.
Epilogo
Per riassumere, almeno nel mio caso, funziona così: quello che faccio in digitale lo ritrovo, quel che rimane su carta si perde. Da qui la transizione iniziata ormai un quarto di secolo fa.