#181 Vecchio e nuovo cinema Palestina
1) Effetto Amazon sui negozi al dettaglio 2) L'IA, che fa profitti, succhia il sangue da Wikipedia, che non ne fa 3) Una lunga lista di documentari su cosa significa vivere sotto occupazione
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L’ECATOMBE DEI NEGOZI
L’ultima Ricchi e poveri:
Tempi duri per chi ha un negozio. Sempre più spesso usato come camerino dove provare la merce da comprare, scontata, online. Se gli Stati Uniti hanno ancora un qualche valore predittivo sulle nostre abitudini future, le notizie che arrivano da lì non tranquillizzano. L’anno scorso il numero di fallimenti di negozi è più che raddoppiata rispetto al 2023. Per l’anno in corso, calcola Coresight Research, si attendono 15 mila chiusure, più del doppio dell’anno prima, e addirittura peggio del record negativo durante il Covid. C’entra l’inflazione, che sforbicia la capacità di spesa e spinge la ricerca affannosa di affari su internet. Ci saranno anche aperture (5800) ed è interessante vedere quali. Tra le catene più attive ci sono Dollar Tree e Dollar General. Hanno entrambe il dollaro giusto nella ragione sociale ma, per il resto, i loro negozi sono identici agli empori cinesi cui siamo abituati anche da noi. Nel settore alimentare il discount Aldi guida l’espansione con 170 nuovi punti vendita seguito da Grocery Outlet. Negozi per poveri che fanno ricchi i grandi gruppi discount. Intanto in Italia Confcommercio ci avverte che, negli ultimi dodici anni, hanno chiuso 118 mila negozi al dettaglio. Le imprese straniere sono cresciute parecchio (+41 per cento), poco più che stabili quelle italiane. Nello stesso periodo sono esplosi, soprattutto nei centri storici, gli affitti brevi (+170 per cento).
TRA WIKIPEDIA E BOT È LOTTA CONTINUA
L’ultima Galapagos:
È quel periodo dell'anno in cui Wikipedia chiede ai suoi utilizzatori di fare donazioni. Cosa buona e giusta di fronte a uno dei pochi miracoli di unasharing economydi nome e di fatto. Quest'anno però c'è una nuova urgenza nel chiedere l'aiuto economico degli utenti. Ovvero il fatto che, rispetto a gennaio scorso, il traffico su Wikimedia Commons che ospita 144 milioni di file per metterli a disposizione gratuitamente all'umanità è aumentato del 50 per cento. Un boom anomalo di nuovi visitatori? No, l'effetto di un tipo particolare di bot, i crawler dell'intelligenza artificiale generativa che pescano a strascico da Wikipedia per addestrare i propri modelli linguistici sui suoi affidabili contenuti. Con un'aggravante. Gli umani tendono a consultare articoli popolari. I server lo sanno e li conservano nella loro memoria cache riducendo così il consumo di larghezza di banda. Che è come quando, per Pasqua, i supermercati mettono uova e colombe vicino alle casse per facilitare la vita ai clienti. Mentre i bot non hanno comportamenti prevedibili, consultano tutto indiscriminatamente e i server devono "servire" direttamente ogni richiesta, andando sotto stress. Come se, proseguendo nella metafora della grande distribuzione, i clienti algoritmici pretendessero che gli addetti recuperassero le uova o le colombe dal magazzino, magari in estate. Come ha ricordato in un un post la fondazione che presiede a Wikipedia "il nostro contenuto è gratuito ma la nostra infrastruttura no". Far funzionare i server è costoso. Così hanno chiesto alle aziende di IA (che a differenza loro sonofor profit) di darsi una regolata. Sin qui i bot sono stati molto scaltri nel bypassare alcune indicazioni presenti nelle pagine web che chiedono proprio di non essere saccheggiati. Wikipedia è probabilmente il miglior "bene comune" digitale: vogliamo preservarlo?
GAZA E DINTORNI: TUTTO SI PUÒ DIRE TRANNE CHE NON SI SAPEVA
In risposta al massacro che continua ad andare avanti a Gaza e in Cisgiordania un grosso numero di registi ha deciso di mettere online gratuitamente i propri film, alcuni anche molto risalenti, sulla Palestina (di seguito “In Search of Palestine” con Edward Said per la Bbc. La lista completa qui, qui e qui).