#140 Cosa significa essere poveri
Inchiesta a puntate sulla fatica di arrivare alla fine del mese 1) MIlano 2) Palermo 3) Napoli 4) Roma. E poi l'assoluta inutilità dei corsi sulla sicurezza
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Prologo
A parole son tutti contrari alla povertà. Da Miss Italia, quando la intervistano, ai politici di ogni colore. Non costa niente. In pratica, però, si fa molto poco per combattere una condizione che, in Italia, riguarda quasi una persone su dieci. Tanti sono, all’ultimo calcolo Istat, i “poveri assoluti”, ovvero quelli che non riescono a mettere insieme un vitto e alloggio dignitosi. Cinque milioni e seicentomila persone che stanno con la cinghia così tirata che faticano a respirare.
Ecco, abbiamo deciso di andare a incontrare alcune di queste persone e farci raccontare, in concreto, cosa significa essere poveri. A quante rinunce corrisponde, nella vita di tutti i giorni. Che restringimento di orizzonti comporta. Quale sofferenza. Non è stato facile trovare persone che acconsentissero a metterci la faccia. Però alla fine ci siamo riusciti e queste sono le quattro storie, pubblicate una volta alla settimana in un formato nuovo per il Venerdì, che abbiamo messo insieme.
GIUSEPPE, “UN RAGAZZO FORTUNATO”
La prima puntata è stata quella di Giuseppe. Un’esistenza calcolata all’ultimo centesimo, dove non c’è spazio per sgarrare. Perché a Milano, tra i tre figli e una brutta separazione alle spalle non gli è rimasto quasi niente. Eppure si dichiara «fortunato> perché conosce molte persone che stanno peggio di lui.
SALVINA CHE SOGNA UN POSTO DA NETTURBINA
La seconda è quella di Salvina. Per lei la liberazione, dal marito almeno, ha coinciso con il reddito di cittadinanza. Che il governo Meloni ha pensato bene di togliere. E lei ha rinunciato anche alla pizza al mese che si concedeva con gli amici. Il suo sogno? Un posto fisso di netturbina a Palermo. dove vive.
CLAUDIA, CHE NON SI LAMENTA. MAI
La terza è quella di Claudia. Tostissima salvadoregna, in poco tempo ha fatto carriera come cameriera in un ristorante. Però vive ancora in 30 metri quadrati vicino alla stazione di Napoli dove la figlia fa i turni col nonno per dividersi un lettino.
VITTORINA E LA FATICA DI ARRIVARE A INIZIO MESE
La quarta e ultima è quella di Vittorina. Per lei, a Roma, la sfida è arrivare a… l’inizio del mese dal momento che, per colpa di antichi debiti contratti dal marito, anche quando le arriva la pensione è un’odissea poterla toccare.
A CHI SERVONO I CORSI SULLA SICUREZZA?
L’ultima Galapagos:
Si fa presto a dire incendio. Serve un combustibile, un comburente e del calore per l'innesco. Ma una volta che lo sai, e nell'incendio ti ci trovi, che devi fare? Il corso sulla sicurezza non lo dice, o lo dice in una maniera così farraginosa che non lo capisci, e lo affastella sotto così tante altre informazioni distraenti che se l'avevi capito lo dimenticherai dopo un secondo. Il testo unico sulla sicurezza del 2008, mi assicura Copilot e non ho alcun motivo di dubitarne, ha introdotto un obbligo formativo "per garantire la protezione dei lavoratori e prevenire gli infortuni sul posto di lavoro". Tutti i dipendenti, quorum ego, sono tenuti a questa corvée. Fortunatamente online. Sfortunatamente lunga come un giorno senza pane. Soprattutto inutile. Perché specifica nelle parti inani. Tipo le varie soglie dei campi elettromagnetici, tra radiazioni ionizzanti o addirittura gamma, che a quel punto siamo in presenza del decadimento radioattivo dei nuclei atomici, e avremo verosimilmente altre preoccupazioni. E genericissima su quelle pratiche. È come se il gestore del corso avesse avuto un'unica preoccupazione: riempire delle ore, dilatando una cosa che si poteva spiegare in 5 minuti in 20. Un po' come le spiegazioni di Aranzulla, che però alla fine qualche soluzione la danno. Così mi sono messo di buona lena ad affrontare 18 micromoduli che non si potevano neanche velocizzare (alla faccia della promessa digitale dell'apprendimento self paced, che rispetta i tuoi tempi). Sono entrato nel tunnel alle 12 e ne sono uscito stremato alle 17. Depresso, soprattutto, perché in quelle ore avrei potuto lavorare. I datori di lavoro lo sanno, che 'sti corsi non servono a niente? L'unico modo per affrontarli è con una specie di buddismo zen. Om. Da non confondere con Ohm che, apprendo dal corso, è la legge che descrive la relazione di proporzionalità tra la tensione elettrica applicata ai capi di un conduttore elettrico e la corrente che scorre al suo interno. Quale giornalista può sopravvivere senza saperlo? Quale essere umano?
Epilogo
Siamo a oltre 33 mila morti a Gaza. Biden sembra più seccato del solito, ma se volesse fermare il massacro saprebbe cosa fare. Quale numero sarà abbastanza per dire basta?